Intervista con Luca Baldin, Project Manager Smart Building Italia

Partiamo dalle basi: che cos’è il programma Smart Installer e come si lega al core business di Pentastudio?
Smart Installer è una piattaforma di valorizzazione delle competenze nel mondo dell’installazione impiantistica. Una sorta di community a cui destiniamo costantemente le nostre attenzioni, offrendo occasioni di formazione, informazioni sempre aggiornate sulla professione e sul mercato, momenti di aggregazione e contatti diretti col mondo della produzione. In tal senso è figlia del nostro core business, che riuniamo sotto il marchio registrato SMART BUILDING, che vede nelle fiere tecnologiche la manifestazione più nota ed evidente. In fondo il programma Smart Installer non è altro che la prosecuzione 360 giorni all’anno delle attività che solitamente si svolgono in pochi giorni in una fiera: informazione e formazione, possibilità di business, condivisione con la comunità professionale.
Smart Installer è un progetto che nasce da un legame di lunga data tra Pentastudio e il mondo dell’installazione professionale, possiamo riassumerne brevemente le tappe?
Pentastudio oltre 25 anni fa ha iniziato ad occuparsi di nuove tecnologie e, nello specifico, di telecomunicazioni via satellite. Erano gli anni dell’avvento di una nuova televisione, ma anche di internet via satellite, del nuovo cinema digitale, poi del digitale terrestre. Per ognuno di questi settori abbiamo sviluppato modelli di marketing specifici ed eventi fieristici che sono rimasti pionieristici, ma soprattutto abbiamo reclutato e contribuito a formare migliaia di professionisti dell’innovazione.  Sette anni fa, infine, abbiamo approcciato il tema, cruciale, del rapporto tra edilizia e innovazione impiantistica; due mondi che il digitale aveva avvicinato, fino a farli sovrapporre. Da lì è nata l’idea di lavorare sulla valorizzazione della formazione, dando il giusto rilievo a quei professionisti che puntano sul loro aggiornamento continuo.
Perché è così rilevante la formazione professionale in questo momento?
Perché mai come ora la tecnologia corre ad una velocità fino a ieri impensabile. Pochi decenni fa le conoscenze acquisite con la scuola professionale erano sufficienti per svolgere serenamente una professione fino alla meritata pensione, con pochi aggiornamenti in corso d’opera. Oggi, se si perde il contatto (come direbbero i ciclisti) si rischia di non recuperare più e di essere letteralmente espulsi dal mercato.  Sono state le aziende a segnalarci questo pericolo, quando ci hanno iniziato a dire che avevano difficoltà a trasformare in business la loro attività di ricerca e sviluppo, e che un anello debole era proprio quello dell’installazione tecnica, attraverso la quale, è bene ricordarlo, passa ancora oggi oltre l’80% del mercato.
Una professione che ha quindi un futuro…
Certo, un grande futuro, ma a certe condizioni, perché la competizione con l’on line, col plug and play, col fai da te è fortissima. Quindi occorre concentrarsi sul valore aggiunto dell’installazione professionale, che sta proprio nel secondo termine: “professionale”. Un termine che presuppone un approccio aggiornato, tecnicamente ineccepibile, in grado di mediare la tecnologia sia verso il consumatore finale che verso il progettista, di dominarla, garantendo quell’assistenza che un cliente oggi si aspetta. È la qualità del servizio a fare la differenza. In questo il mondo dell’installazione non è diverso da tutto ciò che lo circonda, dove lo spostamento della catena del valore è dal prodotto al servizio. Si tratta di un cambio di paradigma epocale.
Ma voi non producete formazione, perché?
È stata una scelta ponderata. La formazione professionale, se fatta seriamente, è una professione, che forse necessiterebbe anche di essere meglio normata. Il nostro mestiere è un altro, ed è quello di promuovere la buona formazione e soprattutto quei professionisti che sono attenti al loro aggiornamento. Noi vogliamo far incontrare la domanda con una buona offerta tecnica e sviluppare business.  Abbiamo quindi scelto di selezionare alcuni centri di formazione e di seguirli con attenzione nel loro sviluppo, suggerendo ai 6.000 installatori iscritti al nostro data base la loro formazione e premiando con la visibilità e molto altro chi decide di seguirla.
Qual è secondo lei il tema dominante della formazione e della professione dell’installatore in questo frangente?
Sicuramente l’integrazione. Come dicevo, il processo di digitalizzazione sta spazzando via le verticalizzazioni sia del mercato che delle competenze tecniche a cui eravamo abituati. Fino a pochi anni fa la distinzione in lettere del DM 37/08, salutato a suo tempo come una conquista della professione, aveva un senso preciso: tutelare e valorizzare le specializzazioni. Oggi molto meno, perché l’elettronica sta plasmando tutto e perfino un idraulico non può essere completamente scevro di competenze digitali. In tal senso le nostre fiere, nate come fiere dell’elettronica applicata all’impiantistica, sono diventate fiere dell’impiantistica tout court. È una tendenza inarrestabile, ma anche spiazzante per chi non accetta di uscire dalla sua “confort zone”.
Solo integrazione?
No, certamente. Un altro fenomeno che stiamo cogliendo in nuce nel settore impiantistico è la tendenza all’aggregazione. Non è più tempo del one man show. Le tecnologie si evolvono velocemente e c’è bisogno di aziende più strutturate in grado di offrire soluzioni a 360 gradi ed anche di assicurare quelle manutenzioni ordinarie, straordinarie ed evolutive che costituiscono il cuore dei nuovi sistemi, che non sono così una volta per sempre, ma crescono e si adattano al mutare delle tecnologie e delle esigenze. A ben pensarci è un mestiere che consiglierei ad un giovane, alle condizioni che segnalavo, perché in quella logica, e solo in quella, è un mestiere del futuro.
Cosa offrite con la vostra piattaforma Smart Installer a questi tecnici del futuro?
Tecnici del futuro, ma anche del presente, è bene ricordarlo. Non parliamo di qualche cosa che sarà, ma di qualche cosa che è già. A loro offriamo anzitutto di far parte di una community. Che sembra banale, ma non lo è affatto, perché è la condivisione del sapere che porta al progresso della professione. Poi un’infinità di occasioni professionali nell’arco dell’anno, con le nostre fiere, i roadshow, il forum a loro dedicato. Una professione cresce soltanto se ha alle spalle una forte comunità professionale e questo per un mestiere dominato storicamente dalla dimensione artigiana, non è assolutamente una banalità. Ci abbiamo messo un po’ di tempo anche noi per capire che direzione prendere, ma ora siamo convinti di averla identificata con sufficiente chiarezza e abbiamo in serbo novità consistenti che annunceremo a breve in materia di nuovi servizi per i nostri Smart Installer.