Maggio 2021

Rilevatori di gas portatili

Il modo più affidabile per garantire sicurezza, conformità e produttività.

a cura di TECON S.p.a.

Come avevamo già fatto in un precedente articolo, sempre pubblicato sul DIGITAL BLOG di Cabling&Wireless, torniamo nuovamente a trattare un tema di vitale importanza: la sicurezza dei lavoratori. Il corposo ed articolato Testo Unico ʺD.lgs. 9 Aprile 2008, n. 81 – Testo Unico sulla salute e sicurezza sul lavoro ʺ comprende molti aspetti delle varie attività lavorative e spesso si deve adeguare alle nuove tendenze tecnologiche. Questo avviene tramite allegati che sono pubblicati dal legislatore quando si ravvede la necessità di aggiornare temi che con l’avvento di nuove tecnologie, con l’esperienza maturata sul campo e purtroppo talvolta per rimediare a infortuni e conseguenze sui lavoratori, le regole ed i limiti non più adeguati e attuali. Nello specifico parleremo della prevenzione quando si lavora in ambienti definiti “confinati” dove potrebbero essere presenti atmosfere dannose e pericolose per la vita delle persone.
I dettagli delle procedure e alle attrezzature per operare in ambienti che presentano rischi legati alla presenza di gas asfissianti sono facilmente reperibili  sul T.U. Dlgs 81/2008 nonché sul DPR 177 del 14/09/2011 “Regolamento recante norme per la qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi operanti in ambienti sospetti di inquinamento o confinanti”, a norma dell’articolo 6, comma 8, lettera g), del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81. Per chi vuole approfondire l’argomento suggeriamo di consultare il sito web istituzionale di INAIL (www.inail.it) e tramite il loro motore di ricerca interno accedere ai molti documenti pubblicati relativi alla tematica “spazi confinati” o anche “ambienti confinati”.
TECON Spa distribuisce diversi prodotti per la sicurezza sul lavoro, nello specifico anche per la verifica delle corrette condizioni dell’aria all’interno di spazi confinati. Nelle attività legate al mondo delle telecomunicazioni, frequentemente gli addetti devono entrare in spazi, tipicamente sotterranei, dove sono ubicati componenti passivi e talvolta anche attivi delle reti. Uno degli spazi confinati tipici del mondo delle TLC sono le “camerette” di derivazione e giunzione dei cavi, siano essi in rame o in fibra ottica.
Normalmente si distingue con il termine “pozzetto” lo spazio dove la persona, entrando in piedi, può sporgere con parte del busto o, come minimo, dalle spalle in su così da avere la bocca ed il naso sicuramente fuori dal livello del terreno e considerarlo spazio aperto. Quando invece la persona è con tutto il corpo sotto il livello del terreno e lo spazio non ha apertura totale ma solo un passaggio (definito con il termine inglese “manhole” ovvero letteralmente “buco per l’uomo”), si rientra nel caso di spazio confinato e si rendono necessarie tutte le procedure previste dalle normative vigenti. Sempre in ambito telecomunicazioni sono spazi confinati le sale muffole e i cunicoli ingresso cavi che si trovano normalmente sotto il livello stradale nelle centrali o POP ed anche in questi casi vigono le stesse regole per le camerette.

Spazio confinato: sala muffole di una centrale di operatore TLC

Fermo restando che l’accesso in questi spazi è riservato solo a personale specializzato, con attestati di formazione specifici, servono in ogni caso degli ausili che permettano di operare in sicurezza. L’aria che respiriamo è costituita da diversi gas e la loro presenza, in percentuale, può consentirci la normale respirazione oppure no. Nello specifico, l’ossigeno presente nell’aria deve essere il 20,9%, con tolleranza piuttosto ristretta per l’essere umano che può sopravvivere, senza problemi, con percentuali tra il 19% ed il 23%; al di fuori di questi limiti si possono avere malori, danni anche permanenti o peggio ancora, si può arrivare in tempi molto brevi alla morte.

È quindi importante effettuare delle misure preliminari rimanendo all’esterno dell’ambiente confinato. Se l’entrata nello spazio confinato è verticale, si raccomanda di verificare lo stato dell’atmosfera su vari livelli, in quanto alcuni gas potrebbero essere più pesanti o più leggeri dell’aria e quindi accumularsi a diversi livelli. E’ anche indispensabile tenere il dispositivo portatile di misura sempre con se durante tutta la permanenza nello spazio confinato poiché potrebbero, nel tempo, presentarsi variazioni imprevedibili. Importante anche la posizione dove si tiene il misuratore. E’ consigliato tenerlo piuttosto vicino alla bocca così da avere il campionamento dell’aria allo stesso livello del nostro apparato respiratorio.

Tabella 1 – Percentuali di ossigeno nell’aria e conseguenze per il corpo umano

Quindi circa il 21% dell’aria che respiriamo è costituito da ossigeno. Anche una lieve riduzione della normale concentrazione di ossigeno determina una riduzione delle capacità fisiche e intellettive senza che le persone esposte se ne rendano conto. Nella Tabella 1 sono sintetizzati gli effetti della carenza di ossigeno.
In alcuni casi potrebbe rendersi necessario l’utilizzo di sistemi di ventilazione forzata delle camerette; la decisione dovrà essere sempre presa dal responsabile della sicurezza in funzione di attente valutazioni dello spazio confinato oggetto delle attività.
I sistemi di cattura dell’aria fresca e ventilazione dovranno essere dimensionati in modo tale da mantenere una concentrazione delle sostanze pericolose inferiori ai limiti di esposizione per i lavoratori. La ventilazione può essere ottenuta tramite l’aspirazione di aria oppure tramite l’immissione di aria dall’esterno.
In nessun caso può essere utilizzato ossigeno per ventilare un ambiente confinato in quanto si possono formare atmosfere sovraossigenate pericolose oltre che per la salute anche per il rischio di miscele esplosive.
Anche in questo caso gli strumenti portatili di rilevazione gas saranno di grande aiuto poiché, come è molto pericolosa la carenza di ossigeno è anche molto pericoloso il suo eccesso.
I ventilatori da utilizzare dovranno avere il motore elettrico antideflagrante, essere dotati di tubo flessibile da calare nello spazio confinato, non ostruire l’apertura di accesso e posizionati in modo da avere la bocca di aspirazione lontano da zone contaminate.

Dispositivi di ventilazione forzata delle camerette

Il personale presente nelle camerette deve essere fornito di sistemi che ne consentano la rapida evacuazione, il che prevede l’imbrago della persona in cameretta e l’utilizzo di appositi argani sopra l’ingresso della cameretta. Le scale portatili che si usano per scendere e salire devono sporgere almeno un metro dal piano stradale oltre ad avere adeguata segnalazione e segregazione dell’area di lavoro.
Le normative di sicurezza prevedono che l’argano possa essere agevolmente manovrato anche da una sola persona, tramite riduzioni di ingranaggi; la manovella consente quindi alla persona all’esterno di sollevare il collega in difficoltà ed estrarlo rapidamente dalla cameretta. Le normative prevedono anche che ci debba essere un sistema di comunicazione tra superficie e cameretta.
Molti anni fa, prima che questi sistemi molto efficaci e sicuri entrassero in uso, si utilizzavano delle soluzioni che, anche se rudimentali, cercavano di raggiungere lo scopo. Ad esempio, si era soliti legare al polso (con le trecciole di permutazione) di chi stava in superficie, il polso del collega in cameretta. In caso di svenimento per principio di asfissia o altro malore, chi stava in superficie si sentiva strattonare verso il basso il polso legato ed interveniva in soccorso del collega.
Il campo di applicazione che abbiamo finora descritto è uno dei tanti in cui questi misuratori risultano essere indispensabili per la sicurezza e la salvaguardia delle persone. Ogni spazio confinato dove si può presentare un pericolo simile, in qualsiasi tipo di attività lavorativa, siano esse agricole, industriali, servizi urbani, smaltimenti rifiuti, ecc. può essere considerato il naturale ambiente di impiego per questi strumenti.
TECON distribuisce e provvede all’assistenza dei prodotti BW Honeywell della serie “Gas Alert Detector”. Uno dei modelli più diffusi sul mercato italiano è il Gas Alert Quattro che misura la percentuale di ossigeno, la presenza di anidride solforosa (H2S) il monossido di carbonio (CO) e la presenza di altri gas esplodenti (LEL).

Il display LCD mostra le concentrazioni di gas in tempo reale, ha un design compatto e leggero che lo rende comodo da indossare. Prevede una semplice procedura di calibrazione automatica. All’accensione esegue un completo autotest delle funzioni dei sensori, stato della batteria, circuito integrità e allarmi acustici/visivi all’avvio e continui test sui sensori. Le indicazioni visive di allarme hanno un ampio angolo visuale per garantire sempre una rapida percezione di qualsiasi eventuale allarme. Il corpo dello strumento è realizzato in un robusto materiale antiurto facilmente lavabile.
Alimentato da una batteria ricaricabile intercambiabile o con 3 batterie alcaline tipo AA, il funzionamento è gestito da un solo pulsante e con interfaccia utente semplice permette di ridurre al minimo la formazione necessaria per il suo corretto utilizzo.
Ampia capacità di registrazione dei dati e registrazione degli eventi, la modalità IntelliFlash verifica il funzionamento e la conformità per utente e supervisore con portata visiva superiore ai 6 metri. Ha una grande resistenza ai comuni gas industriali come metanolo ed etanolo che non danneggiano i sensori CO e H2S. Prevede il supporto multilingue in inglese, francese, tedesco, spagnolo e portoghese.
La segnalazione degli allarmi avviene in modo luminoso tramite 6 led di colore rosso, per vibrazione e con avviso acustico ad alto volume (95 dBa).
I sensori SureCell collaudati sul campo offrono una funzionalità senza precedenti  con prestazioni sempre elevate ed affidabili anche negli ambienti più difficili.
I prodotti di questa famiglia sono conformi alle diverse certificazioni internazionali in tema di rilevazione e misure gas, quali:
  • Hazardous Area: 
  • European Performance Approval:
  – EN 60079-29-1 (LEL)
  – EN 50104 (Oxygen)
  – EN 45544 (H2S & CO)
  – EN 50271 (Software)
  • Marine Equipment Directive (MED):
  – 96/98/EC

 

Questi dispositivi rivestono un’importanza fondamentale per la salvaguardia delle persone e quindi è necessario essere sempre sicuri del corretto funzionamento, per questo motivo ad ogni accensione è automaticamente eseguita una procedura di test che controlla tutti i principali componenti ed i sensori.
I sensori sono garantiti per 2 anni, ovvero durante questo periodo è garantita la loro precisione di misura e non è detto che anche in periodi più lunghi questa non sia mantenuta. Molto dipende da condizioni di utilizzo e condizioni ambientali. La causa più comune di anomalie dei sensori catalitici è legata alla degradazione delle prestazioni provocata dall’esposizione a determinati avvelenanti. Pertanto è fondamentale che qualsiasi sistema di monitoraggio dei gas sia non solo tarato al momento dell’installazione, ma anche controllato regolarmente e tarato nuovamente se necessario. I controlli devono essere eseguiti utilizzando una miscela di gas standard attentamente calibrata, in modo da poter impostare correttamente i valori dello zero e “span” sul controller.
Le normative prevedono che il periodo di taratura deve essere di 6 mesi ma può essere prolungato a 12 mesi con dichiarazione di responsabilità da parte del proprietario dello strumento (che sia lavoratore autonomo o datore di lavoro).
TECON dispone di laboratorio attrezzato e certificato, i tecnici addetti hanno gli attestati rilasciati BW Honeywell per eseguire le calibrazioni periodiche ed ogni livello di riparazione per i misuratori portatili. Alla ricezione dello strumento il laboratorio TECON verifica la data di scadenza della taratura, esegue una prima analisi per valutare lo stato e procedere successivamente alla taratura periodica o alle eventuali riparazioni.

Gli strumenti sono completamente disassemblati per controllarne accuratamente tutte le parti, con particolare attenzione agli eventuali principi di ossidazione dei contatti dei sensori. Operando spesso in ambienti molto critici purtroppo questo fenomeno non è trascurabile, per cui quando possibile si procede con pulizie per ripristinare le caratteristiche iniziali dei contatti. E’ molto importante anche il magazzinaggio dello strumento; raccomandiamo sempre ai clienti di conservarlo in ambienti dove non ci sia elevata umidità poiché le ossidazioni dei contatti possono compromettere, talvolta in modo irreversibile, il corretto funzionamento dei sensori.

Vista interna del supporto sensori, a destra la cella sensore ossigeno tolta dal suo alloggiamento

La taratura dei misuratori è realizzata tramite una dock-station che mantenendo il misuratore in posizione e con i sensori adeguatamente coperti, inietta dei gas di prova, dosati opportunatamente, per verificare con precisione il livello di superamento della soglia di allarme dei sensori e verificarne la rispondenza ai livelli nominali di segnalazione.

Durante questi test il laboratorio TECON esegue anche l’importante prova definita “bump-test” che verifica il tempo di reazione dei sensori. E’ ovviamente importante che il sensore dia indicazione per il superamento della soglia del gas in misura, ma è anche molto importante il tempo entro cui il sensore segnala il superamento della soglia. Per meglio comprendere il concetto si deve tenere presente che un gas presente nello spazio confinato che stiamo monitorando può essere pericoloso o mortale in pochi secondi, in conseguenza di ciò la rapidità con cui il sensore reagisce al superamento della soglia critica è di fondamentale importanza.
Purtroppo questo parametro, a differenza della corretta rilevazione della soglia, non è facilmente certificabile sulla lunga durata nel tempo poiché può avere molte variabili e per garantire al meglio il corretto funzionamento dell’apparato, ad ogni accensione tra i vari self-test iniziali è previsto la verifica del “bump-test”.
Una volta superati i cicli di prova TECON rilascia un nuovo certificato di calibrazione con validità di 6 mesi che può essere prolungata a 12 mesi solo con dichiarazione di responsabilità del proprietario dello strumento. Questa opportunità deve essere attentamente valutata e soprattutto concordata con il responsabile aziendale della sicurezza che dovrà in ogni caso adeguare le normative e le procedure aziendali in funzione della scelta fatta.

 

 

 


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