Quando si effettua il test in un impianto in fibra ottica è proprio necessario utilizzare bretelle appositamente costruite per il test? Dal momento che le caratteristiche della bretella vengono di fatto “misurate” nel momento in cui si effettua la calibrazione, che vantaggio porta una bretella da test rispetto ad un’altra qualsiasi?

Nella fase di impostazione del riferimento, in effetti, la bretella che si utilizza per eseguire il test è presente e i valori di attenuazione della fibra e della connessione con lo strumento sono ininfluenti per la misura. C’è da tener conto, tuttavia che, proprio perché la calibrazione si effettua una volta soltanto, il comportamento della bretella deve essere molto stabile per tutta la durata della sessione di misura.

Le bretelle appositamente costruite per effettuare il test degli impianti ottici, utilizzano materiali di altissima qualità, normalmente non rintracciabili nelle bretelle commerciali che, per quanto buone, non sono progettate per dover supportare centinaia di manovre. Oggi che è necessario misurare valori di attenuazione molto piccoli, la precisione della misura è diventata la caratteristica più importante come risulta evidente anche dall’analisi degli standard più recenti e più completi su questo argomento come la norma ISO/IEC 14763-3. Proprio questo standard, fra l’altro, per consentire una valutazione più accurata delle caratteristiche dell’impianto, stabilisce dei limiti per il Passato/Fallito che di fatto impongono l’utilizzo di bretelle di alta precisione per l’esecuzione della misura. Se prendiamo in considerazione il metodo cosiddetto “ad un solo jumper”, il limite di attenuazione che viene imposto per i due connettori alle estremità dell’impianto è di soli 0,3 dB ciascuno, perché lo standard tiene conto del fatto che le bretelle di test hanno caratteristiche sensibilmente superiori alle bretelle commerciali e pertanto lasciare questo limite sul valore classico di 0,75 dB, in queste condizioni potrebbe “nascondere” seri criticismi dei connettori sul Patch Panel. Il metodo appena citato, quindi, obbliga ad utilizzare bretelle appositamente costruite per il test; se si utilizzassero bretelle “normali”, un limite di 0,3 dB sarebbe molto difficile da rispettare e la misura, molto probabilmente, fallirebbe. Anche il metodo “a trejumper”, che si utilizza quando il connettore sul Patch Panel non è dello stesso tipo di quello presente sullo strumento, obbliga ad utilizzare bretelle di altissima qualità: in questo caso ipotizza che le due connessioni presenti nella fase di impostazione del riferimento, essendo tra bretelle di alta qualità, perdano al massimo 0,1 dB ciascuna ! Per avere maggiori informazioni sugli standard e le metodologie citate, può essere utile consultare gli articoli su questo specifico argomento pubblicati sui numeri 1, 2, 3 e 4/2010 di Cabling & Wireless.